1.4 Il declino della Polis

Dopo la battaglia di Cheronea del 338, Filippo II di Macedonia era di fatto divenuto signore della Grecia, esclusa la Sicilia e le altre città occidentali. Egli convocò tutti gli stati a Corinto, in un congresso in cui fu fondata la Lega degli Elleni, con il re come capo e come comandante supremo, e con due obiettivi esplicitamente definiti. Il primo era l’invasione della Persia con il pretesto di vendicare le violazione dei santuari greci compiuta dai persiani centocinquant’anni prima. Il secondo era l’impiego delle forze congiunte della Lega con lo scopo di garantire che in nessuna città-stato vi fossero esecuzioni o proscrizioni contrarie alle leggi delle poleis, né confische di proprietà, né redistribuzioni di terra, né cancellazioni di debiti, né liberazioni di schiavi per fini rivoluzionari. La stasis (sedizione) era stata sempre una minaccia, e talvolta una amara realtà, ma prima non era mai stato possibile né pensabile che gli altri stati greci, compresa Atene, si dovessero organizzare per mantenere lo status quo inteso come questione di politica generale. E ciò era una cosa diversa dall’intervento di uno stato, di solito più potente, negli affari interni di un altro stato con lo scopo di proteggere i propri interessi politici. Filippo intendeva fornire il pretesto che avrebbe distolto i Greci dalle guerre intestine, per provvedersi di bottino per riempire le casse statali vuote, e per aprire nuovi territori all’emigrazione.

Il successo di Filippo, ripetuto dal figlio Alessandro, dimostrò ancora una volta che le difficoltà politiche radicate nel frazionamento dell’Ellade potevano avere solo una soluzione imposta, o da uno stato greco più potente, o da un potente straniero. Nessuno aveva mai suggerito, fosse pure in via ipotetica, l’integrazione delle città-stato in unità più ampie. E l’unico modo che sembrava possibile per superare le difficoltà di reperimento di risorse naturali e il basso livello della tecnologia, era quello di pensare ad una spedizione contro la Persia.

Il IV secolo fu il periodo in cui la polis greca declinò, in modo non uniforme, con slanci di ripresa e momenti di lotta eroica per salvarsi, per diventare infine, dopo Alessandro, una falsa polis in cui la conservazione di varie forme esteriori della vita della polis non poteva celare il fatto che da allora in poi i Greci vissero nella dolce pace della decadenza, accettando tutte le specie di servitù, così come venivano.

Il declino definitivo della polis può essere riconosciuto in un singolo atto: la consegna di Demostene e di numerosi suoi compagni, nel 322, ai Macedoni, per l’esecuzione capitale.